Il nome delle piate dolci di Issogne è legato a quello di Assunto Dublanc (1931-1999), che verso la fine degli anni ’60 del secolo scorso, le ha riscoperte e fatte conoscere a tutta la Valle. Nella frazione in cui abitava (Les Mariette di Issogne) era stato costruito un forno a legna privato, che era utilizzato da altre famiglie dei dintorni. Queste venivano a cuocere il pane nero per l’uso domestico, a volte arricchendolo con burro, zucchero e frutta o con verdura e salumi.
Dopo molti anni che il forno non veniva più utilizzato, Assunto decise di produrre del pane per integrare il suo stipendio da operaio, unica fonte di sostentamento della numerosa famiglia. L’idea era di fare qualcosa di originale, pur ispirato alla tradizione locale. Lui stesso era stato colpito dalla diversità dei prodotti che le persone che venivano al forno portavano con sé, che poi mescolavano all’impasto o disponevano sulla sua superficie prima della cottura. Spesso, le forme erano quelle di bambole o di visi: in questo caso l’impasto era dolce, con zucchero e a volte uvetta. Tutto naturalmente era a base di farina di frumento integrale. Si usava mescolare anche, come detto, salumi, ortaggi e spezie.
Dopo varie idee, Dublanc decise di produrre il micot, pane con castagne secche, diffuso anche in altre zone della Valle d’Aosta, e i due prodotti maggiormente ispirati alla tradizione locale: la piata dolce e la piata salata. La prima, sottile, conteneva tanto burro, uvetta, e noci nell’impasto, mele e una glassa di zucchero sulla superficie, di forma rettangolare. La seconda conteneva aglio e sale ed era profumata con il carvi (tseurio in patois); era dura e aveva una forma bassa circolare, con tagli sulla superficie a formare numerosi rombi.
Quella dolce, rispetto a quella analoga che si produce oggi era più sottile e conteneva più burro, oltre ad essere rettangolare e non ovale. Entrambe, dolce e salata, appartenevano di fatto alla tradizione, solo che una volta, siccome erano prodotte per il consumo familiare, avevano forme e ingredienti diversi che si adattavano ai gusti e alle disponibilità delle diverse famiglie.
Grazie ad Assunto, che ha partecipato a numerose fiere di prodotti locali e ricevuto vari premi, le piate sono state apprezzate anche fuori dal nostro paese. All’inizio la piata dolce era stata chiamata “focaccia valdostana”, ma il nome con il quale è sempre stata conosciuta è Piata di Issogne.

Abbinamenti gastronomici
Come antipasto, la piata salata è ottima tagliata a fette sottile con del lardo sopra. Anche la dolce si può abbinare al lardo, mentre come dessert si esalta se viene tagliata a listelli e immersa nella panna montata, la fiòcca.

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